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Giuseppe Possa
Parasiliti in arte Seba – articolo apparso
su Eco Risveglio Ossolano – Domodossola (VB)
13 aprile 2000 – nr.15
Alla "Fabbrica Eos", una galleria nel cuore di Milano, il 30 marzo è stata inaugurata la mostra "L’estetica del quotidiano" del pittore Seba. Non lo conosco, ma sono incuriosito dal fatto che l’autore utilizzi nel suo processo pittorico il computer, le tele emulsionate e la fotografia.
Sto osservando questi quadri –raffiguranti paesaggi urbani che, in una ricerca di segno colore gestuale, diventano specchio della solitudine quotidiana, in cui tuttavia si coglie e si percepisce una visione più universale dell’esistenza-
E’ un piacere, a questo punto, per Parasiliti rievocare i suoi trascorsi domesi: << Da circa nove anni sono tornato in provincia di Catania – vivo e lavoro a Piano Tavola Belpasso – ma non ho mai scordato i tredici anni passati in Ossola e le esperienze avute in pittura facendo parte del G.A.O. (Gruppo Artisti Ossolani) otre che di vita artistica frequentando gli ambienti locali. Con Domodossola, non ho mai rotto i rapporti; di tanto in tanto ci ritorno per trovare i parenti e anche gli amici. Posso affermare con orgoglio che il mio lungo soggiorno a Domo mi fa sentire un pò domese >>.
Così il pittore siciliano (è nato a Misterbianco in provincia di Catania nel 1958), mentre visitiamo la mostra, mi spiega che lui condivide il pensiero del noto critico Lucio Barbera ( che lo presenta nel bel catalogo di oltre 60 pagine, contenenti le riproduzioni a colori di tutte le opere esposte nella mostra) quando afferma che <<il ruolo dell’artista oggi non è solo quello di comunicare i grandi valori spirituali o di mettere a punto un linguaggio cifrato che vale di per sé, indipendentemente da ciò che comunica o intende comunicare, ma anche quello di diventare specchio della vita quotidiana, sebbene si tratti di uno specchio particolare, perché dietro l’apparente indifferenza con cui le immagini sono colte e percepite, si annida anche l’offerta di una più profonda visione del mondo>>. In effetti, le sue tele ci spingono a meditare con quei "paesaggi" urbani, chiusi e quasi senza speranza che fanno pensare alla solitudine dell’individuo vittima di una società soffocante; inoltre, l’aria degli ambienti pare resa asfittica nell’elaborazione pittorica-
Nel lasciarci, ci sentiamo felici dell’incontro e ci ripromettiamo di vederci in Ossola, magari ad una sua prossima mostra.